Crisi economica, recessione, crollo politico ed ideologico, fine di una parentesi di speranza durata appena 63 anni che continuerà ad essere ricordata come l'apoteosi della nostra civiltà.
Il mondo non è finito, lo sappiamo, quando i giganti crollano gli uomini qualunque si scansano e continuano a vivere, pensate forse che un romano qualsiasi si sia fatto tanti problemi con la cacciata dell'imperatore nel 476 d.C.? Io no, o meglio, la sua vita non si è certo interrotta per questo, non ha smesso di andare alle terme, non ha smesso di respirare...
Chiariamoci su una cosa, questo non è il 476, piuttosto il Sacco di Roma, qui l'imperatore non è stato ancora esiliato (mi pare, anzi, che Bush goda di ottima salute), è solo l'impero che ha il mal di stomaco; resta da capire se sia gastrico o appendicite, ma questo lo sapranno solo i nostri nipoti.
In questi giorni si parla molto del fatto che gli americani non possano più garantirsi delle spese per la difesa come quelle che stanno affrontando in Iraq e Afghanistan e che non si possa pretendere di andare avanti così perchè si intravvede il fondo del forziere. Detta in soldoni: non abbiamo più i verdoni per parare il deretano al mondo, veniteci incontro.Questo appello, velato da un orgoglio yankee di ben nota fama, suona come un monito agli occhi del resto del mondo occidentale: qui si rischia tutto e bisogna assolutamente giocare forte per aspirare a vincere qualcosa. Poker su scala mondiale insomma.
La domanda che chiunque si pone è: vogliamo andarcene con onore, sì perchè è finita se non ve ne siete accorti, garantendo un fututo di glorie a chi verrà dopo di noi o facciamo i codardi e stiamo a centellinare sulle puttanate di ordinaria amministrazione? Io dico che bisogna sparare le ultime cartucce, finire ciò che si è cominciato, lo spettro del Viet Nam è dietro l'angolo, e poi concentrarsi su casa propria senza dimenticare chi siamo, chi siamo stati e chi vogliamo diventare e che cosa rappresentiamo per tutto il resto del mondo: l'unica speranza di un futuro di pace e libertà per tutti ovunque in questo pianeta.
la Primula Rossa

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